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Grazia Sanna nasce ad Iglesias il 19 ottobre del 1915.
Una donna con un’ indole irrequieta, sempre alla ricerca di una vita che appaghi la sua intelligenza e realizzi i suoi sogni. Per questo motivo le scelte non sono mai definitive: smette di studiare per conseguire l’abilitazione magistrale; si iscrive al liceo musicale di Cagliari, abbandonandolo quando si accorge di essere “una mediocre pianista”. A Cagliari, si iscrive alla Scuola convitto per infermiere e lavora come Capo sala in Clinica pediatrica. Nel 1950 conosce l’ufficiale dei carabinieri Luigi Serra, lo sposa e lascia il lavoro per fare la moglie e, due anni dopo, la madre di una bambina. La maternità e le responsabilità, allontanano temporaneamente quell’ insoddisfazione mai colmata ma, a distanza di dieci anni, tutto il malessere si ripresenta sotto forma di una grave depressione.
Da questa malattia non guarirà più, però tra gli sbalzi di umore trova la capacità di scrivere e di esprimere sé stessa. Porta così a compimento il suo primo lavoro: “Il regno dei Pintadu”.
Il libro esce nel 1966, con la prefazione dello scrittore Marcello Serra e sempre nello stesso periodo si presenta al Premio “Grazia Deledda” con il romanzo “I sudditi del dio rosso” nel quale descrive amore e odio, ricchezza e povertà, festa e lutto, nell’Iglesias del primo 800’. La Giuria non può assegnare il premio per mancanza di fondi, ma il libro ottiene la segnalazione e viene pubblicato nel 1973. Grazia Sanna ha trovato il modo di sfuggire alla banalità e alla sofferenza, e continua a scrivere romanzi e poesie con le quali partecipa ad altri concorsi letterari. Ottiene così, il Premio “Città di Firenze” ed il Premio “Mercedes Mundula”.
Tra il 1973 e il 1974, nel giro di un mese, la figlia si sposa e il marito muore. La solitudine aggrava ulteriormente la sua condizione e gli unici svaghi sono ascoltare musica, leggere e scrivere. Nel 1987 pubblica un romanzo autobiografico: “Tutto un mondo all’obiettivo” nel quale, con sottile ironia narra la storia della sua famiglia e dell’ambiente iglesiente negli anni del ventennio fascista. Sarà l’ultimo romanzo pubblicato. Alla fine della sua vita, pur debilitata nel fisico, raggiunge finalmente la serenità e non perde mai, neanche nelle situazioni più delicate e difficili, l’intelligenza, l’ironia ed il carico di sensualità che l’hanno sempre contraddistinta.
Muore serenamente nella sua casa di Iglesias il 9 Febbraio del 2000.
Nel 2017 è uscito postumo il libro delle sue poesie che lei chiamava “Desiderio di poesia“.